L’Italia possiede un immenso patrimonio paesaggistico e culturale che – come appare più che mai evidente in questo momento di insicurezza e di fragilità innescato dal recente terremoto che ha colpito il Centro Italia – va salvaguardato, conservato e valorizzato perché costituisce una parte fondamentale e fondante della nostra identità. Anche tra le finalità dell’archeologia quindi, intesa come scienza che insieme è umana, tecnologica e “pedagogica”, appare chiaro che ci sia oggi anche quella di essere recepita come “servizio pubblico” a favore della comunità, con tutte le relative implicazioni etiche, sociali, economiche e politiche che ciò comporta.
#iorestoacasa con Forma Urbis Vol. 10!
La ricerca tessile è oggi una branca dell’archeologia più che mai fervida e multiforme. I tessuti di cui si parla in questo numero di Forma Urbis sono quelli che proteggono dalle intemperie – dal freddo o dalla calura – ma che possono anche rivelare l’identità, il rango e il ruolo delle persone all’interno di una comunità. Come leggiamo sfogliando le pagine che seguono, nell’antichità la manifattura dei tessuti aveva un ruolo rilevante nella vita quotidiana, era appannaggio delle donne e aveva anche un’importanza religiosa ed economica.
#iorestoacasa con Forma Urbis Vol. 9!
“Expo Milano 2015 coglie l’urgenza di descrivere e confrontarsi sulla storia dell’uomo e sulla produzione di cibo, nella sua doppia accezione di valorizzazione delle tradizioni culturali e di ricerca di nuove applicazioni tecnologiche”. Da questa dichiarazione degli Organizzatori di Expo, nel 2015, traeva spunto l’ideazione di un numero di Forma Urbis interamente dedicato all’alimentazione nell’antichità. La storia dell’alimentazione è anche, e soprattutto, la storia dell’umanità. Ed è dunque certamente complesso ma estremamente importante tentare di tracciarne un corso. A partire – nel nostro caso – dai suoi costituenti per eccellenza: il pane e il vino.