Negli ultimi decenni, oltre alle dinamiche comunicative più note e consolidate, sono state concepite ed elaborate alcune procedure di mediazione culturale più innovative sulla base di studi per lo più eseguiti in ambito anglosassone.
Fra queste modalità comunicative la narrazione rappresenta, non solo un mezzo, ma anche e soprattutto un modo di concepire il museo: possiamo, infatti, considerare i messaggi emanati dal museo e dai suoi contenuti come delle “storie” che devono essere “lette” e, dunque, interpretate dai visitatori.
La “storia” narrata, con tutti i suoi possibili e molteplici significati, può essere infatti usata come modello per insegnare e imparare.
Il corso si prefigge di costruire e modulare la propria presenza scenica attraverso l’uso del corpo, della voce e del movimento; sviluppare l’empatia con il pubblico; attivare e gestire canali di comunicazione verbale e non verbale; catturare e mantenere l’attenzione del pubblico; acquisire capacità di improvvisazione e interazione con il pubblico; apprendere le regole di base della narrazione e della drammaturgia; apprendere le tecniche di base della lettura espressiva; imparare a rapportarsi con differenti tipologie di pubblico (bambini, adolescenti, anziani, disabili ecc.).
A breve maggiori dettagli...