L’antica città di Porto – i cui resti sono raggiungibili imboccando la via Portuense in direzione di Fiumicino – si sviluppò in conseguenza della creazione dei bacini portuali di Claudio e Traiano in prossimità di Roma, concepiti per risolvere l’annoso problema – tale già dalla fine dell’età repubblicana – dell’approvvigionamento del grano, che avveniva soprattutto via mare. Il porto fluviale di Ostia (la “porta d’accesso” a Roma dal Tevere), infatti, era da tempo divenuto insufficiente a soddisfare da solo le esigenze dell’Urbe, sempre più ingenti; il porto di Pozzuoli, invece, approdo del grano egiziano, si trovava troppo distante dalla capitale per garantire l’arrivo dei rifornimenti durante i mesi invernali, quando i trasporti si facevano molto più difficoltosi. Portus doveva, pertanto, consentire il collegamento prima alla città di Ostia, poi alla megalopoli, terminando nel porto di Testaccio (Emporium) e assicurando il nutrimento alla città.
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